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IL CLUB

Nel 1962 nasceva da un gruppo di amici il "FUORISTRADA CLUB TORINO" e iniziava l'attività, primo sodalizio di questo genere in Europa.

 

 

 

 

 

Nel seguito riportiamo il volantino che invitava i possessori di auto fuoristrada alla fondazione di un club.

 

Nel 1966 il FUORISTRADA CLUB TORINO cambiava nome e simbolo, inalberando la Jeep rampante, che tuttora lo rende distinguibile al primo colpo d'occhio. Nasceva così il CROSS CAR CLUB TORINO.

Questi gli otto nomi dei soci fondatori: Ugo Bertolotto, Oscar Capellano, Franco Coppa, Federico Montanaro, Beppe Mussetti, Gino Soressi, Eraldo Stefanini e Italo Vittone.

 

 

 

Questa è la prima circolare spedita ai soci del costituente primo Club di fuoristrada in Italia.

 

 

COME E' NATO - Dalla rivista FUORISTRADA n° 1 – Ottobre 1972 

 

Per risalire alle origini di questo Club, noi di FUORISTRADA, abbiamo voluto organizzare, in redazione, una "intervista collettiva" a tutti quei personaggi che avevano contribuito alla nascita del Cross Car Club.

Ci siamo rivolti alla segreteria che in breve tempo ha riunito per noi tutti i suoi soci fondatori, purtroppo meno uno ( anzi vorremmo dire, se ci è consentito, il più importante …). L'appuntamento è fissato : ci aspettiamo una sequenza di domande e risposte che non poniamo … risposte che uno ad uno i soci ci daranno …. Non è stato così : la vivacità del dialogo è scaturita fin dalle prime battute … sembrava di essere ai bei tempi … un ricordo qui … un ricordo la, si parla tutti di una tua impresa come se fosse di tutto il gruppo. Non parlava il socio Mussetti o il socio Coppa, ma parlava dalla bocca di ognuno, Il Cross Car Club, così come era nato e cresciuto. Col passare delle ore anche noi, i più estranei, ci siamo sentiti partecipi di questa avventura.

I protagonisti più o meno in ordine cronologico di apparizione sono i seguenti : Beppe Mussetti, Gino Soressi, Franco Coppa ed il compianto Eraldo Stefanini, sempre idealmente presente. Poi Federico Montanaro, Oscar Cappellano, Italo Vittone e Ugo Bertolotto. Insomma gli otto fondatori del Cross Car Club, il primo tra i consimili in Italia, conosciuto anche all'estero per l'interesse suscitato dalle sue manifestazioni, come attestano le numerose pubblicazioni di giornali italiani e stranieri.

" l'idea di un club di fuoristrada " - dice Coppa – nacque con Eraldo Stefanini, conosciuto con Gino Soressi ad uno dei primi raduni fuoristrada avvenuto al Mottarone nella primavera del '65. Animati da un grande entusiasmo, io e l'amico Soressi ci eravamo recati al raduno con una Jeep dipinta di rosso (n.d.r. le idee sul fuoristrada a livello " veteran " con il gusto dell'originale erano ancora poche e ben confuse). Quale sorpresa allorchè vedemmo un'altra Jeep dello stesso colore, quella di Eraldo Stefanini, che non conoscevamo nemmeno. In quell'occasione facemmo pure la conoscenza di Beppe Mussetti".

Questa non fu che una scintilla; come vedremo vi erano degli antefatti. In effetti già alcuni a Torino facevano del fuoristrada "in solitario" senza sapere che altri, come loro, cercavano zone impervie per collaudare la capacità dei mezzi e la propria abilità di piloti. Mussetti era passato alla Jeep, stufo delle continue riparazioni alle quali era sottoposta la sua 500 C giardinetta, tartassata invero da sforzi che esulavano completamente dall'impiego al quale era stata destinata. Si era nel 1953-54 e la parola fuoristrada ancora non esisteva; però erano già in molti con automobili di ogni tipo a dedicarsi a peercorsi che con la rete stradale non avevano nulla da spartire.

Torniamo al Club, compiendo un balzo in avanti nel tempo, arrivando ad un'epoca più recente. Più o meno nel "63 tutti gli interessati alla nostra storia sono già in possesso dunque  o del leggendario veicolo USA o di qualche altro mezzo fuoristrada. Intanto ai mercati generali di Torino i nostri amiciMussetti e Cappellano, incominciano a vedersi più di frequente, Eraldo Stefanini, proprietario del ristorante Castagnole, veniva a fare provviste per la sua cucina. Egli sarà il perno sul quale ruoterà l'attività fuoristradistica torinese.

Ne aveva il bacillo nel sangue e fu l'artefice massimo della nascita del Cross Car Club Torino. Si aggiunse alla "combriccola" Ugo Bertolotto, che dopo qualche tempo annunciò di "essersi fatto una macchina che li avrebbe seminati tutti" (n.d.r. era il primo dune-buggy costruito in Italia, a quanto ci risulta). Di qui un nuovo motivo per avere il mezzo più potente, un'altra scintilla scaturita da uno spirito di emulazione articolato su un agonismo amichevole, colorato dagli "sfottò" abituali in un allegra compagnia che si rispetti.

Intanto i nostri avevano sentito che a Cortina esisteva un club di fuoristrada non ufficialmente costituito e ciò fu una spinta ulteriore a non farsi bruciare sulla partenza e ad essere i primi in Italia a legalizzare un gruppo di fuoristradisti. Il Club nasce così il 28 Gennaio 1966.

Ufficialmente, perché già da un pezzo i fondatori si ritrovavano al bar in piazza Adriano per la solita amichevole chiacchierata da appassionati. "Passava Stefanini e si partiva alla ricerca di terreni impervi sui quali volavano le sfide e qualche volta le scommesse". Il fuoristrada di gruppo era ancora a livello embrionale; erano tutti proiettati alla ricerca di una vettura in grado di superare difficoltà sempre maggiori. Casellette fu dunque il banco di prova dei soci fondatori del Cross Car Club.

Poi si salì al Monte Chaberton, che scoprì lo stesso Stefanini. Vennero quindi i raduni al Lago Nero di Sportinia, sopra Sauze d'Oulx. Ricordo vivissimo quello di Carlo Schenone, che con la sua Jeep prendeva dritto su e giù il canalino del Triplex: 200 metri di pendio scosceso cha a guardarsi indietro, se si saliva ( e figuratevi quando si scendeva), c'era da farsi venire i capelli dritti. Poi la "Via Crucis" che da Sant'Ambrogio si inerpica su una mulattiera strettissima: prima di arrivare a San Pietro, poco sotto la Sagra di San Michele, bisognava pregare tutti i santi per avere la forza nelle braccia per compiere 4 o 5 manovre ad ogni curva.

Quasi tutti ora avevano una Jeep. Qualcuno per avere uno di questi veicoli ( a Torino erano abbastanza rari) era andato fino a Paluga, sopra Tolmezzo, a prenderselo a rimorchio e portarlo fino qui a quaranta all'ora. Infatti, ed è significativo, lo stemma del Cross Car Club nacque come un fuoristrada stilizzato che molto aveva in comune con la Jeep stessa. Coppa, che fece il servizio militare con gli americani, cambiò addirittura lavoro (per darvi un'idea di quale importanza ebbe la Jeep nella sua vita) e, da macellaio, divenne commerciante di veicoli fuoristrada.

Tutti dunque asseriscono che furono animati da una smisurata passione per il mezzo meccanico prima, per la natura poi, con una lieve componente per l'avventura. Raramente per pigrizia, per arrivare cioè dove a piedi non si poteva arrivare. Poi Stefanini ebbe a Casellette il tragico incidente nel quale perse la vita e la compagnia si sbandò e si disperse. Restò dunque il Cross Car Club, che, sulla base di un esempio di devozione e di passione di un uomo di fuoristrada quale fu Eraldo Stefanini, continuò a vivere e si ingrandì via via, fino ad avere i numerosi soci che annovera oggi nel suo albo sociale.

GIAN DELL'ERBA

 

Dalla rivista FUORISTRADA n° 1 – "sezione un Club alla volta"

Nato alla fine del 1965, il CROSS CAR CLUB TORINO è il più vecchio sodalizio di questo genere oggi operante sul territorio nazionale. Dobbiamo a pochi, ma appassionati ed esperti fuori stradisti, il merito di aver preparato tutto quel bagaglio di esperienze, dati, appunti ed articoli oggi facenti parte del notevole archivio storico e fotografico del Club.

Col passare degli anni e con la continua e fruttifera ricerca collettiva dei vari settori del fuoristrada, si è cercato di dare al sodalizio una consistenza ed un'importanza tale da interessare non solo lo specializzato, ma anche il profano, che di fuoristrada non né ha mai sentito parlare. Già nel primo anno di attività si collabora scambiando notizie, caratteristiche, films, opinioni ed esperienze varie con un Club d'oltre oceano, americano, ( ricordiamo che in questa particolare attività gli americani sono maestri ) con il quale prosegue per molti anni un notevole scambio di scritti. Una delle più famose riviste americane di fuoristrada, FourWheeler, pubblica un ampio articolo su un raduno dimostrativo indetto dal CROSS CAR CLUB in occasione del 1° salone Internazionale del veicolo industriale. A questa manifestazione, svoltasi su un terreno particolarmente dissestato e difficile, partecipano tutte le più importanti case costruttrici quali : FIAT, OM, JEEP, STEYR PUCH ecc. e persino MERCEDES, che dalla Germania che manda un ingegnere ed un collaudatore a bordo di un mezzo militare Unimog. In quell'occasione ( la settimana prima è piovuto ) il terreno è in pessime condizioni permettendo così di poter meglio apprezzare le qualità dei singoli mezzi.

Conosciuto ormai da molti, il CROSS viene interpellato anche per collaborare al collaudo, alla costruzione ed alla messa a punto di vari veicoli. Al Club viene affidato il prototipo del Ranger 4x4 della ditta FERVES la quale successivamente dà, per unpiù severo collaudo, due di questi mezzi ai nostri soci Angelo Colli, esperto conoscitore delle piste Africane e Giuseppe Buffa espertissimo tecnico in meccanica fuoristrada. Il raid di circa 5000 Km, attraverso Marocco, Sahara Spagnolo, Mauritania e Senegal viene portato a termine felicemente nonostante notevoli difficoltà meccaniche e di percorso.

Delle imprese di Angelo Colli molto ci sarebbe da dire, ma basti pensare che, sempre per ragioni di collaudo, si è recato in Africa più volte e con mezzi diversi: per conto della FIAT con una "Campagnola"; per conto della ditta SAVIO, in compagnia del primo presidente nonché socio fondatore, il compianto Eraldo Stefanini, con una piccola 4x2 "Jungla"; per conto della ditta DELTA con uno "Yeti" 4x4; tutte prove su piste segnate e non, che soltanto uomini esperti e duri come Colli possono portare a buon fine. Quando si parla invece di Giuseppe Buffa non si può far altro che pensare alla complicata meccanica dei nostri mezzi. Buffa è l'esperto del Club, non esistono problemi meccanici a cui non sappia trovare una soluzione. Gli si devono molti brevetti tuttora applicati su alcune vetture in attuale produzione. La sua passione per il fuoristrada è tale, che nella sua officina riparazioni si vedono perlopiù vetture fuoristrada, soprattutto "Willys Jeep", delle quali è un esperto restauratore. Attualmente si può ammirare un mezzo 4x4 di sua invenzione con meccanica interamente progettata ex-novo.

In tema di "costruttori" annoveriamo tra le file dl nostro Club i primi esecutori italiani di "dune-buggies". Infatti, già nel 1962, Federico Formica era in possesso dei piani di costruzione delle "buggy" Sportster della ditta Californiana EMPI con la quale per molti anni è stato in contatto. La prima "dune-buggy", però è stata quella del socio "fondatore" Ugo Bertolotto circolante già nel 1965. Poco dopo anche Formica portava a termine il suo esemplare conquistando con tale vettura il trofeo del Club per l'anno 1970.

Per ciò che riguarda le competizioni, Il Cross Car Club Torino, dal canto suo non è nella possibilità di patrocinarle. All'art. 2 par. e) dello Statuto si legge testualmente: "non rientra nell'attività del Cross Car Club l'organizzazione ed il patrocinio di gare, competizioni od incontri aventi carattere agonistico". Ad ogni singolo socio che però abbia intenzione di partecipare a competizioni nazionali o internazionali, il sodalizio concede tutta l'assistenza possibile e necessaria per la migliore conquista di un ottimo piazzamento. Nel Gennaio del 1966 si svolge in Francia un Rally per veicoli fuoristrada, organizzato dalla Assiciation Sportive Automobile desHauts-de-Seine, su un percorso di ben 120 Km. Ad esso partecipa anche Giuseppe Buffa che, alla guida di un Ranger 4x4, con i colori del Club, ottiene un ottimo 3° posto assoluto, risultando primo della propria categoria. E' un affermazione notevole e di buon auspicio per le numerose competizioni che si svolgeranno in futuro. Infatti è stato un anno particolarmente propizio per i soci corsaioli che partecipando a tutte le gare in programma hanno portato un notevole numero di coppe al Club. L'anno successivo si va a correre con la "Super squadra di piloti" a Bologna dove, per celebrare la sua recente nascita, il Club Nazionale Fuoristrada ha organizzato un "trofeo". Ben 7 soci del Cross Car partecipano piazzandosi, su 23 concorrenti, al 3°, 4°, 7° 9°, 11° e 19° posto. In quel occasione il Club affitta a Sue spese una "bisarca" per trasferire le macchine dei soci. Nel 1970 è messo in palio tra gli stessi un bellissimo Trofeo che viene concesso a fine anno al socio che ha ottenuto il miglior punteggio totale assegnato (da regolamento interno) alla fine di ogni gara alla quale egli abbia partecipato. Al termine della stagione corsaiola, oltre al trofeo, vengono assegnate numerose coppe e premi offerti oltre che dal Club anche da Enti ed Aziende.

Nel mese di Ottobre 1967 il Club torinese ha collaborato con la sezione subacquei della città all'esplorazione del lago dei Settecolori, trasportando in quota, attraverso difficili strade, materiale ed uomini. Ai primi del mese di Giugno del 1968 purtroppo una grave disgrazia colpisce ilCross Car Club, infatti l'uomo che ha dato lo spunto e l'impulso a tutte le maggiori attività sociali e che fin dalla fondazione è stato insuperabile Presidente, perde la vita in un banale incidente occorsogli durante il collaudo di un mezzo fuoristrada. Ciò nonostante, spinti dal ricordo ancora sempre vivo dell'attività passata, si organizza per il 20 e 21 Luglio 1968, il primo "Jamboree" di fuoristrada in campo nazionale (così definito dalla rivista "L'Automobile" n. 29 del 21 Luglio 1968) sulle montagne della Val di Susa. Si parte al sabato mattina per rientrare, dopo il pernottamento all'aperto a quota 1800 metri, alla domenica sera dopo aver percorso molti Km di vero fuoristrada. Per la prima volta nel nostro paese si fa un "esperimento" del genere e nei giorni seguenti parecchi giornali ne parlano con entusiasmo e simpatia. Visto l'esito positivo della manifestazione si decide di ripeterla ed infatti, il 28 e 29 Giugno 1970, si ha la seconda edizione del "Jamboree" che in quell'anno interessa persino il territorio francese. Il pernottamento qusta volta però è alla Baita alpina in Val di Thures a mt. 1670, dove viene cucinata un ottima cena a base di polenta e salsicciotti innaffiati da eccellente vino.

Principale attività del Club è quella do organizzare per i suoi iscritti gite domenicali sulle meravigliose Alpi che circondano Torino, infinite miniere di sempre diversi itinerari impegnativi e non.

Un notevole archivio cartografico, del quale fanno parte principalmente le tavole militarial 25.000 e al 200.000, serve al comitato direttivo per organizzare le varie gite domenicali che in genere si svolgono  3 festività su 4. Tutta la documentazione è anche a totale disposizione di ogni singolo socio che intenda compiere isolatamente alcuni itinerari e si rivolga al Club per avere notizie precise sui percorsi. Vengono anche organizzate proiezioni, dove oltre ai films e diapositive di proprietà del Club, vengono proiettati documenti inediti dei soci che ogni singolo "cineasta" ha la facoltà di illustrare. A cura del Cross Car Club Torino sono anche proiettati in circoli cinematografici documenti sui viaggi compiuti con mezzi fuoristrada sotto il patrocinio del Club.

Dalla fondazione non è passato anno senza che un nostro socio abbia portato i colori sociali in Africa. Infatti, periodicamente, una o più macchine compiono escursioni nel Continente Nero. A tale proposito si sta "costruendo" con un lungo e faticoso lavoro di ricerca e raccolta, un archivio forte di tutte quelle notizie utili concernenti le piste dei vari stati africani. Saranno archiviati dati sulla difficoltà dei percorsi, sui luoghi di rifornimento di carburante e di acqua, sui punti dove si può trovare assistenza meccanica ecc.

In campo sociale il Cross Car Club Torino è impegnato (con alcuni suoi soci che mettono a disposizione i loro mezzi) con il Soccorso Alpino per tutti quei casi di pronto intervento in montagna che richiedano il particolare impiego di un mezzo a quattro ruote motrici. Alcuni, per non dire la quasi totalità dei soci, sono collegati via radio per mezzo di quei famosi (e tanto maltrattati dalla Legge Italiana) apparecchi detti "baracchini", che in caso di necessità, oltre che per divertimento, possono servire per collegamenti in zone disagiate.

Per illustrare meglio al lettore quale sia il "carattere" del Club, si riporta per esteso l'art. 2 dello Statuto dal quale si può ben dedurre lo scopo della sua esistenza :

Articolo 2. OBIETTIVI

Il Cross Car Club è costituito come associazione senza scopi di lucro o profitto ed aventi i seguenti propositi:

Promuovere attività sociali, educative, ricreative per i suoi Soci
Divulgare e fare conoscere il "fuoristrada" come turismo, come passatempo e come sport
Far conoscere e rispettare l'ambiente naturale della zona circostante
Promuovere e organizzare riunioni, escursioni, gite ed altre attività similari
Partecipare ad eventuali gare o gimcane o rallies riservati ai veicoli "fuoristrada". Non rientra però nell'attività del Cross Car Club l'organizzazione ed il patrocinio di gare, competizioni od incontri aventi carateere agonistico
Stabilire ed incrementare contatti con altre associazioni simili sia nell'ambito nazionale che extra nazionale
Intervenire, per la particolarità dei mezzi in possesso dei Soci, in caso di calamità naturali, ovunque ci sia necessità e bisogno e sia particolarmente richiesto l'intervento di uno o più fuoristrada. Ciò naturalmente in relazione alla disponibilità momentanea dei singoli Soci.

 

Soprattutto è intento di tutti i suoi membri, praticare e far praticare, lo sport dl fuoristrada con tutto quel rispetto e attenzione alla natura, che già purtroppo è tanto maltrattata. Nel mese di Luglio 1972 il Club ha organizzato in comunione con la Pro Loco di Montà d'Alba e con il GENOVA FUORISTRADA CLUB un raduno di appassionati fuoristradisti che ha riscosso vero entusiasmo da parte di tutti i partecipanti, venuti anche da molto lontano. A tutti gli iscritti è stata offerta una piacevolissima giornata trascorsa in assoluta amicizia e soprattutto a contatto della splendida e generosa natura del piccolo comune di Montà d'Alba, assieme alla simpatia riservata ai fuoristradisti. Le vetture iscritte sono state 79 per un totale di oltre 300 persone. Sicuramente, visto il successo, il prossimo anno si ripeterà, a cura del Cross Car Club, un analogo raduno.

 
Qualche dato "tecnico":

Quota sociale 1973: Lire 11.000 che dà diritto a partecipare attivamente alla vita sociale del Club e a godere le agevolazioni che ne derivano: a due stemmi autoadesivi per la macchina, allo Statuto, alla tessere ENAL con bollino AGIS, ad un portachiavi o distintivo ad occhiello argentati del Club, a ricevere regolarmente tutti i bollettini e circolari che durante l'anno sono emessi e naturalmente alla tessera sociale
Numero Soci a Settembre 1972 n. 62
Cariche 1972: presidente PiersandroBertolin, vicepresidente e segretario Federico Formica, tesoriere Marco Piovera, consglieri Antonio Ioli - Giovanni Moro, sindaci revisori Giovanni Cassini – AlbertoTalanti
Sarà istituita per il prossimo anno una scuola di guida gratuita per i soci, che avrà il solo scopo di specializzare e raffinare quei piloti che non hanno ancora molta pratica di fuoristrada.

Federico Formica

 


Cross Car Club Torino

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